Io e Davide amiamo definirci una coppia contro ogni pronostico: ci siamo conosciuti in una banale chat di incontri, dove si può trovare di tutto, e difficilmente qualcosa di buono. E io, contro ogni legge che governa questi luoghi cibernetici e poco raccomandabili, ho scelto lui. L’ ho scelto e fortemente voluto, lì è tutta una questione di immagine. La sua mi piaceva, a lui la mia NO. Ho tentato di contattarlo un pò di volte, e ad un certo punto lui mi ha mandato un messaggio che in chat del genere, se non paghi, in teoria non puoi mandare, cioè il suo indirizzo di posta elettronica, con il simbolo@ scritto letteralmente e interamente “chiocciola”. Non sapendo niente di queste regole, ero un pò perplessa da questo suo, ma ugualmente gli ho scritto. E non mi sono, non ci siamo, più fermati. Ci siamo raccontati di tutto, lui ogni mattina mi dava il buongiorno e ogni giorno era tutto un controllare una posta elettronica di cui qualche giorno prima non sapevo che farmene. Poi siamo passati a Whatsapp, e poi siamo passati al vogliamo incontrarci, please? La curiosità era troppa, e con essa anche un misto di eccitazione per una persona con cui da dietro una tastiera mi trovavo così bene. Ho organizzato il pranzo in un agriturismo in collina, al massimo, se non ci fossimo piaciuti, ci saremmo consolati con chisolini, vino e salume che sono sempre una garanzia. Giusto per scaramanzia mi ero anche registrata da Sky tutti gli episodi dalla prima all’ undicesima/ dodicesima serie di NCIS, cosicché quella sera, tornata a casa affranta dal mio primo incontro al buio andato male, mi sarei immersa nel crimine e mi sarei consolata nel pensiero che c’ è qualcuno che sta sempre peggio di te. Quando lui è arrivato io lo aspettavo in strada, e tremavo: paura, emozione… difficile da dirsi, ma quando lui mi è venuto incontro e ci siamo abbracciati, è passato tutto, ed è come se avessi abbracciato una persona che conoscevo da sempre, solo non sapevo dove cercarla.
Ricordo che gli ho fatto fare un giro turistico di Fiorenzuola(!) e lui, da che ci siamo mossi, mi ha sempre tenuto una mano sul fianco, e mi ha rivelato tempo dopo di averlo fatto perché tra se pensava “E’ mia e non la lascio più”. Da li in poi la giornata è volata via tra pranzo, gita d’ obbligo per un milanese a Castell’ Arquato e proprio li, il nostro primo bacio, e proprio li, qualche ora dopo, Davide ha aperto il baule della macchina rivelando uno zaino con il necessario per passare fuori la notte. Abbiamo deciso di non affrettare i tempi, terminato luglio sarebbero arrivate le ferie e saremmo potuti stare insieme. Ci siamo ritrovati i primi di agosto e lasciati alla fine dell’ estate, dopodiché è iniziato il nostro pendolarismo da week end, difficile da gestire logisticamente e mentalmente. Ci siamo sposati 4 anni dopo, perché anche se non vivevamo insieme volevamo comunque celebrare la nostra gioia con le persone care. Abbiamo iniziato i preparativi, e abbiamo cominciato a ragionare, tra banchetti, mise en place e location, anche sul nostro viaggio di nozze. Io, come sapete anche voi, volevo anche il mare, quello bello, quello caldo e trasparente del sud del mondo, ma nelle agenzie quando sentono parlare di matrimonio cominciano a calcare la mano su hotel 8 stelle superior con spa, all inclusive e altre mille cose che costano un capitale ma di cui non sapevamo che farcene. E se volevamo fare un tour negli States, era quasi obbligatorio il viaggio organizzato con pullman per gli spostamenti, tappe definite e mete fin troppo scontate. Di scontato non c’ era certo la cifra, che si aggirava per 15 giorni su circa il doppio di quello che abbiamo speso grazie a voi. No, non andava per niente bene. Parlando del nostro malcontento con un’ amica, mi ha indicato il vostro sito, e il resto è storia, la storia di un incontro con due persone fantastiche, innamorate del mondo e della vita, curiose e intraprendenti. E poi c’ è la storia del nostro viaggio.
Eccoci qui, sorridenti ed abbronzati, a goderci il tramonto a Venice Beach. Vorremmo iniziare proprio da qui a raccontare il viaggio meraviglioso fatto dopo il nostro matrimonio.
Questa è una delle foto più eloquenti di quanto il nostro viaggio in America sia stato straordinario, ed ora, ad un anno di distanza, continuiamo a pensarci come una delle esperienza più belle della nostra vita. Sicuramente il fatto che era il nostro viaggio di nozze ha giocato a favore, ma la nostra avventura negli States ci è stata cucita addosso alla perfezione da voi. Avete capito immediatamente quali fossero le nostre intenzioni una volta messo piede sul suolo americano, ovvero NON FERMARCI MAI.
E così è stato: non ci siamo mai fermati più di due giorni nello stesso posto, tranne che a Santa Barbara, uno dei luoghi che ci ha rubato il cuore, insieme a molti altri comunque. La meraviglia nel vedere la vastità e la magnificenza del Grand Canyon, di commuoversi davanti ad una sequoia con centinaia di anni di storia alle spalle, sono emozioni che non dimenticheremo. In realtà ci siamo commossi anche davanti a cose ben meno poetiche, come la fantastica carne americana… ma sicuramente non saremo stati gli unici a farlo. Volevamo fare gli americani per un mese, vedere la realtà quotidiana di questa cultura che tanto ci affascina, e ci siamo riusciti, anche con le prevedibili difficoltà di linguaggio e anche di comprensione del meccanismo delle tips, che per fortuna ormai non hanno più segreti per noi.
Abbiamo provato la strana sensazione di trovarci a dormire in un posto in cui il mondo sembrava essersi fermato, tra boschi, orsi e torrenti, e la sera seguente ritrovarci in mezzo al caos luminoso di Las Vegas, abbiamo partecipato ad una festa country a Page, seduti a lunghissimi tavoli coperti da tovaglie a quadri, mangiando pannocchie e costine affumicate per ore nei grandi affumicatoi vicino alla strada. Ci siamo ritrovati a camminare per Palm Spring a mezzogiorno, con 42 gradi, e menomale che ci avevate dato il nome di un delizioso posto in cui bere enormi frappè di datteri. Dopo esserci ristorati, altro incredibile cambio di clima, grazie ad una funivia girevole che ci ha portato in pochi minuti nel parco del monte San Jacinto, dove di gradi ce n’ erano 25 e il deserto lascia il posto ad una miracolosa vegetazione, tra cui Jeff, l’ albero che sa di vaniglia e che ci saremmo portati volentieri a casa. Ognuno di noi aveva dei desideri da realizzare: io volevo correre a Central Park e sul ponte di Brooklyn, sognando di partecipare alla maratona più famosa del mondo, e Davide voleva visitare la Golden Gym, la palestra resa celebre da Arnold Schwarzennegger e dai suoi leggendari allenamenti, e ce l’ abbiamo fatta. Abbiamo veleggiato sul tetto del mondo guardando New York dall’ alto del Top of the Rock, dopo che l’ ascensore più pazza del mondo ci aveva sparato ad un piano imprecisato tra la terra e il cielo.
Siamo passati dal clima torrido di New York a quello autunnale e nebbioso, ma oltremodo affascinante, di San Francisco, con le sue salite e le case variopinte come le Painted Ladies, e i dintorni tecnologici come il Google Headquarter, l’ Infinite Loop di Apple e poi.. il garage in cui Steve Jobs e i suoi amici hanno dato vita alla Mela più famosa del mondo. Per raccontare tutto quello che in questo viaggio ci ha colpito, emozionato, dato la forza ogni giorno di alzarci all’ alba, bisognerebbe scrivere un libro. Quello che noi ci siamo impegnati a fare è stato godere di ogni attimo di questa avventura che sicuramente non si ripeterà più, ma che forse proprio per questo rimane un sogno che si avverato, un pezzo di vita vissuta a 360 gradi, che ci ha lasciato un’ eredità preziosissima e incalcolabile. Dicono che chi viaggia dovrebbe auspicare di non tornare mai nello stesso modo in cui è partito, ma sempre un pò cambiato, e di sicuro è quello che è successo a noi. Ci siamo reinventati, è cambiato il nostro modo di affrontare novità e cambiamenti, intoppi e sorprese dell’ ultimo minuto. Ci avete dato gli strumenti e i suggerimenti per godere appieno della nostra esperienza, ci avete portato in posti che rimarranno nei nostri cuori e nelle nostre menti come i più belli e incredibili che abbiamo mai visto, in cui i nostri sguardi hanno tentato, probabilmente con scarso successo, di registrarne ogni particolare, ogni sfumatura, ogni profumo.
Sono state tante le volte in cui abbiamo rinunciato a documentare con la macchina fotografica, sapendo che comunque il suo occhio meccanico non sarebbe mai riuscito a immortalare certi angoli incantati, resi ancora più magici dalle indicazioni di orari e momenti che ci avevate dato per andare a visitarli, come l’ Antelop Canyon quando il sole di mezzogiorno illumina le sue sfumature e le sue forme. Ci avete regalato un’ esperienza che non dimenticheremo mai, e dato la voglia di farne altre, in altri posti, grazie al vostro incessante lavoro e alla vostra passione che vi rende unici. Il nostro racconto è arrivato tardi , e ce ne scusiamo, ma speriamo che possa essere per voi un ulteriore incentivo a continuare nelle vostre esplorazioni di terre lontane e più vicine, e a realizzare così i desideri di chi vi si rivolgerà, proprio come avete fatto con i nostri. Paola e Gianni, siete mitici!! Vi abbracciamo forte
Chiara & Davide